Tra storia e mistero - AUTORE: Mons. Pasquale Maria Mainolfi
Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? Di questi interrogativi Gauguin dipinse una straordinaria tela che divenne il suo testamento spirituale. La ricerca di punti di riferimento esistenziali, infatti, permette di acquisire una sempre maggiore consapevolezza del proprio essere, collocarsi ed appartenere. Molto spesso, tuttavia, si tratta di un arduo lavoro di ricostruzione che richiede sapienza e passione. Ed è proprio a questo compito che, con successo, ha assolto l’amato concittadino Mons. Pasquale Maria Mainolfi nella stesura del libro “Tra storia e mistero: il gesuita cervinarese Michele De Maria sulla cattedra della Verità” presentato lo scorso 7 settembre nella splendida cornice di Villa Camelia-Palazzo Barionovi in Cervinara, gentilmente ed amabilmente messa a disposizione dai signori Vincenzo e Anna Ferraioli. Il più che riuscito ed apprezzato evento, organizzato dall’Ass. culturale “La Valle”, ha visto la straordinaria partecipazione dell’On. Prof. e stimatissimo critico d’arte Vittorio Sgarbi, nonché del Direttore del Teatro Romano di Benevento, il Dott. Ferdinando Creta.
Mons. Mainolfi ha avuto il merito di sottrarre ad un “immeritato oblio”, come lui stesso lo ha definito, la figura di un illustre cervinarese, vissuto nel XIX secolo, Padre Michele De Maria, insigne teologo e filosofo tomista, per numerosi anni Prefetto Generale Agli studi dell’Università Gregoriana che con “carità spirituale ed intellettuale” oltre che materiale, ha contribuito fattivamente al miglioramento della sua città natale. La comunità cervinarese, come ha sottolineato Annamaria Pia Clemente, nel portare il saluto dell’Ass. Culturale La Valle, non può che esserne fiera e mostrare piena gratitudine a Mons. Mainolfi.
Dello stesso avviso il Sindaco di Cervinara, l’Avv. Caterina Lengua che, inoltre, ne ha evidenziato la capacità di inserire la figura di Michele De Maria nel contesto popolare della Cervinara dell’epoca, a dimostrazione di come sia sempre il popolo nel suo complesso a scrivere la storia e a sorreggere le grandi individualità.
Questo aspetto è stato ripreso dal Dott. Ferdinando Creta. Si tratta, infatti, di un lavoro attraverso cui si permette un recupero della propria identità antropologica e culturale e in cui, quindi, si ci identifica non solo come cervinaresi, ma anche come cittadini di un territorio più vasto che viene analizzato da vari punti di vista. Del resto, la struttura del libro viene articolata in modo tale da delineare quasi un assetto dialogico tra storia locale e nazionale, filosofia e teologia di un XIX secolo particolarmente tormentato.
Basti solo pensare, e l’On. Sgarbi, confortato dall’acume intellettuale che lo contraddistingue, lo ha spiegato molto bene, all’Unità d’Italia del 1861 e al vacillare del potere temporale della Chiesa che Padre De Maria ha vissuto in prima persona. Non a caso, ha evidenziato come le epistole che gli stessi papi dell’epoca indirizzavano al gesuita cervinarese, e di cui si trovano delle riproduzioni fotografiche nel libro, fossero ricolme di ammirazione e di fiducia nell’opera di De Maria riguardante l’insegnamento della dottrina tomista. Questi, quindi, nonostante tutte le avversità, rappresentava il nesso strumentale per continuare ad innestare, con metodo efficace, una struttura di pensiero, una ideologia che rendesse Dio condizione strutturale dell’esistenza civile, che per l’On. Sgarbi è l’essenza stessa della Chiesa.
Del resto, lo stesso Don Pasquale, nel discorso conclusivo, ha evidenziato le capacità pedagogiche, ma soprattutto lo spirito di umiltà ed umanità che contraddistingueva padre De Maria, “un padre con un cuore di madre”, che è stato per lui un punto di riferimento ideale. Ha confermato, inoltre, che questa pubblicazione “è stata un atto d’amore per la sua terra d’origine, l’antica e ferace Valle Caudina”, con l’auspicio che qualcuno possa continuare la sua opera di ricerca e pubblicazione e che storia e mistero, umano e divino, possano sempre continuare ad intrecciarsi.
La serata, di alto spessore culturale, ma comunque all’insegna della pungente ironia, è stata particolarmente apprezzata da un pubblico curioso ed attento, purtroppo ridotto a causa delle normative Anti-Covid.
L’augurio, quindi, è che si possa ripartire da questi momenti di costruttiva aggregazione, con l’impegno costante di continuare a colmare quei “vuoti che non si sentono” ma che ci lacerano lentamente e profondamente.
Annamaria Pia Clemente