La criminalità che si è fatta imprenditrice è una minaccia non solo per gli operatori economici sani,ma per tutto il territorio che si ritrova a fare i conti con un sistema produttivo del tutto falsato.E' stato questo,insieme a tanti altri,il tema dell'interessante convegno organizzato a Cervinara dal Centro Studi"Ricerche Sociali e Società Aperta" e dall'Associazione "La Valle".Ospiti d'eccezione,ad un evento che ha riempito la sala consiliare,il capo della Direzione Investigativa Antimafia di Napoli Maurizio Vallone e il docente di sociologia presso la "Federico II"Giacomo Di Gennaro.Dopo i saluti introduttivi di Rino Clemente,presidente dell'associazione e di Luigi Tangredi responabile del Centro Studi é stata la dottoressa Giuseppina Marino,dirigente presso il locale commissariato di Cervinara ad aprire i lavori.Nell'intervento della dottoressa,un riferimento particolare è arrivato ai ragazzi:"Devono capire che saranno loro i cittadini di domani,la classe dirigente che guiderà questo territorio".
Il capo della DIA di Napoli,Vallone:"Quello dell'economia camorristica è un fenomeno terribile per la crescita del capoluogo partenopeo e di tutta la regione.Di fatto-ha esordito-impedisce ad un circuito virtuoso di creare sviluppo e occupazione".E' chiaro allora che in un simile contesto diventa molto complicato parlare di "economia sana":"in un circuito dove a dominare è il malaffare,riesce difficile pensarci",ammette Vallone.Il problema è legato anche alla concorrenza che,di fatto,non c'é:"Si assiste ad una sperequazione competitiva,dove ad essere penalizzati inevitabilmente sono proprio coloro che non cedono alla tentazione di ricorrere a mezzi illeciti".Le aree interne sbaglierebbero a sentirsi immuni:"La penetrazione criminale è sempre più diffusa e capillare-avverte Vallone-quindi nessuno può sentirsi al sicuro".I rischi aumentano anche se si considera che "oggi la criminalità ha cambiato forma rispetto al passato.Prima il malavitoso era facilmente individuabile,oggi non è più così:ci sono professionisti,colletti bianchi,insospettabili collusi.Ecco perché tutti i funzionari pubblici devono garantire sempre la massima trasparenza e legalità,senza farsi ingannare dalla conoscenza o dalla rispettabilità di una persona.La mutazione genetica della criminalità non consente di abbassare la guardia.Oggi più che mai-ha concluso-è necessario rispettare le regole".Parole sposate in pieno dal docente universitario Giacomo Di Gennaro:"Se nemmeno la società si indigna più,allora diventa difficile contrastare il fenomeno.Inasprire le pene del resto non serve:bastano quelle che ci sono.E' fondamentale però-le sue parole-che ci sia certezza della pena".