Ridono, scherzano tra di loro sembrano e sono persone normali, ma lottano quotidianamente, contro il crimine, contro organizzazioni spietate che hanno dalla loro parte un impero economico ed un vero e proprio esercito. Loro i magistrati dovrebbero essere i più forti, ma solo se alle spalle avessero uno stato degno di questo nome ed una società civile pronta ad affiancarli e a difenderli. Non è il caso dell’Italia, almeno non lo è stato sino ad oggi. Questa l’analisi, spietata ma vera, emersa dalle parole degli stessi magistrati, che questa sera hanno partecipato alla presentazione del libro di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso, Oro Bianco. Il primo è il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, sue le inchieste che hanno inferto un colpo di non poco conto alla Ndrangheta. Il secondo, invece, è un suo amico ed è uno storico delle organizzazioni criminali. La presentazione è stata organizzata dall’associazione presieduta da Rino Clemente, mentre il dibattito è stato moderato da Giusy Iachetta. Ad accogliere Gratteri il capo della procura della repubblica di Avellino Rosario Cantelmo, il suo sostituto, il cervinarese Elia Taddeo ed il sostituto procuratore di Nocera Inferiore, Roberto Lenza. Questi ultimi due hanno iniziato nel 1996 la loro carriera di magistrati in Calabria, quindi conoscono non solo Gratteri ma l’humus dove è potuta prosperare una delle organizzazioni criminali più spietata, chiusa, ma anche tra le più ricche al mondo. Una ricchezza, come scrivono Gratteri e Nicaso, che deriva dal traffico di cocaina. Più di 25 anni fa, in Calabria, le ndrine hanno fiutato l’affare e sono diventate partecipi di un traffico planetario e con i proventi la Ndrangheta si inserisce, prepotentemente, nell’economia legale. Compra attività, vince e condiziona appalti e vende qualsiasi tipo di droga. A fronte di tutto questo, i magistrati vengono lasciati da soli. “Alle parole, ha detto il procuratore di Reggioi Calbabria, non seguono mai i fatti”. Non solo, le mafie si inseriscono nel bisogno delle persone e le fanno diventare i loro primi difensori, Bloccare questo circolo vizioso non è per nulla semplice. Soprattutto se tale incombenza viene lasciata a pochi uomini.
Peppino Vaccariello